L’anno scorso la sera del 28 marzo, in piena pandemia, papa Francesco aveva tenuto quello storico momento di preghiera in una Piazza San Pietro vuota, bagnata dalla pioggia, nel buio della sera. Era stata un’azione di potenza impressionante, per la semplicità del gesto e la sua universalità: tutti ci si trovava in quel non “poterci essere” (un gesto per il quale il Papa aveva forzato se stesso, e la sua sacrosanta ritrosia ad ogni spettacolarizzazione del suo ruolo).
È una dimensione che ho intercettato di nuovo vedendo le immagini dell’azione che Adrian Paci ha immaginato a Modica nella notte della recente Pasqua: nel vuoto della notte di un lockdown ha fatto vivere il rito tradizionale della “Madonna vasa vasa”, che in tempi normali si svolge a mezzogiorno, in un tripudio di folla. Il rito è semplice e fa rivivere una delle situazioni successive alla Resurrezione: l’incontro e l’abbraccio tra Gesù e sua madre. “U ‘ncuontru” è il titolo che Paci ha dato a questa azione, che la contingenza ha costretto a essere “clandestina”, nella notte e senza popolo, ma che proprio per questo è sembrata aderire in modo ancor più plausibile alla verosimile clandestinità di quell’incontro, nella sua versione storica.
Nel rito la Madonna esce dalla chiesa di Santa Maria di Betlem, completamente ammantata a lutto, attraversa le strade del paese sulle spalle dei portatori. Quando arriva nella prossimità della chiesa di San Pietro, alla vista del Figlio che credeva morto, la Madonna si libera del mantello nero e alza e agita le braccia semoventi, in segno di felicità (un gesto elementare e meccanico, di grande commozione). Poi l’azione si conclude con l’abbraccio e la “vasata” (il bacio) di Maria a Gesù. Tutto è avvenuto quest’anno nel silenzio dell’ultima notte che precede l’alba, con i soli portatori come testimoni.
Un rito “spogliato” e costretto ad un’essenzialità che lo riporta, come è stato giustamente sottolineato, «in una zona di necessità che va oltre le abitudini e le inerzie». La forza dell’azione di Paci sta nel non aver voluto aggiungere nulla, se non appunto la “necessità” che quel rito accadesse, anche se le condizioni esterne ne escludevano la possibilità. Non inventare nulla ma semplicemente lasciare che accadesse: questo è il cuore dell’azione di Paci. Che si fissa nella mente per la sua nudità, per quella dimensione pubblica ma insieme così intima e rappresa di silenzio e solitudine.
Una piccola addenda: c’è da essere grati davanti ad intuizioni come queste, capaci di reinventare e ridare forma moderna a immagini e situazioni che ci “appartengono”. Sono come piccoli, timidi miracoli, naturalmente liberati da ogni enfasi, e custoditi dalla discrezione della notte…
L’azione di Paci è stata curata dalla galleria La Veronica di Modica, che nel 2011 aveva presentato “The Encoounter”, performance di Adrian Paci, realizzata a Scicli.
Qui un video di U ‘ncuontru