Ma vi sembra logico nell’ordine:
1. commissionare a un artista non qualunque come Mimmo Paladino una grande installazione per una delle piazze più celebri d’Italia;
2. farlo lavorare su 50 grandi blocchi di marmo di Carrara, tutti alti tra i due e quattro metri (alcuni di 38 tonnellate), che disposti sulla piazza sono venuti a formare una grande croce di 80 metri (riferimento duplice alla chiesa di Santa Croce e alla vittorie del 312 di Costantino su Massenzio);
3. verificare che un intervento così riqualifica davvero la piazza (ho visto solo per foto ma la sensazione è che l’intervento di Paladino funzioni davvero. E anche un occhio ben esperto di Firenze, come Luca Doninelli che l’ha visto dal vero mi conferma.
4. ottenere un risultato di consenso pubblico oltre ogni aspettativa
5. sobbarcarsi tutte le spese di progettazione, realizzazione
6. e ora sobbarcarsi anche anche le spese di smantellamento, per un’opera che è nata per quel luogo e che in altri luoghi non ha senso.
A me sembra che tutto questo non abbia senso. Ci vuole il coraggio di provare a lasciare la croce in piazza Santa Croce (a Milano, con Cattelan a Piazza Affari alla fine il coraggio lo hanno avuto). Perlomeno ci sia il tempo di ragionarci e di discuterne.