(Questo brano è tratto dall’intevista di Papa Francesco ad Antonio Spadaro direttore di Civiltà Cattolica. Così bello da non aver bisogno di nessun commento)
«…venendo a Roma ho sempre abitato in via della Scrofa. Da lì visitavo spesso la chiesa di San Luigi dei Francesi, e lì andavo a contemplare il quadro della vocazione di san Matteo di Caravaggio». Comincio a intuire cosa il Papa vuole dirmi. «Quel dito di Gesù così… verso Matteo. Così sono io. Così mi sento. Come Matteo». E qui il Papa si fa deciso, come se avesse colto l’immagine di sé che andava cercando: «È il gesto di Matteo che mi colpisce: afferra i suoi soldi, come a dire: “no, non me! No questi soldi sono miei! Ecco, questo sono io: “un peccatore al quale il Signore ha rivolto i suoi occhi”. E questo è quel che ho detto quando mi hanno chiesto se accettavo la mia elezione a pontefice».
Ma quale dei due? Io non ho mai avuto dubbi: Matteo è il ragazzo seduto, che resiste fino all’ultimo allo sguardo di Gesù, il Caravaggio stesso?
Liala
1 Feb 14 at 5:22 pm edit_comment_link(__('Edit', 'sandbox'), ' ', ''); ?>