Torno su Dolce & Gabbana. L’altro giorno la coppia ha presentato la collezione autunno inverno con una linea ispirata ai mosaici di Monreale. Premesso che come si sarà capito, ho un debole per D&G, e che quindi ritengo la collezione sinceramente stupenda, devo dire che questa scelta si presta a una riflessione. È legittimo o dissacrante fare un uso così di immagini della devozione, di immagini con soggetti sacri, di immagini che sono tra i massimi capolavori dell’arte in Italia? Io non ho dubbi: è assolutamente legittimo. Anzi, di più, è molto opportuno. Primo, perché la bellezza è bellezza ovunque e più ne circola meglio è per tutti. Secondo, perché nella scelta di D@G c’è sicuramente molta furbizia, ma anche una grande ammirazione per la propria terra. Terzo, perché c’è un qualcosa di magnificamente italiano in tutto questo, spregiudicatezza compresa. Ma il motivo vero per me è un altro. Io penso che la vera fortuna dell’Italia sia quella di non avere mai fatto esperienza di una “cultura” separata. La cultura, pur nelle altezze vertiginose sperimentate nella nostra storia, ha sempre un nesso inscindibile con le concrete applicazioni della vita. La cultura in Italia è fortunatamente pervasiva, non è a compartimenti stagni. È nella testa del Brunelleschi, ma è nello stesso tempo come ha detto con una bella battuta Daverio, “nei polpastrelli dei nostri grandi mobilieri”.
Sono livelli ed esperienze diverse, ma sono sempre connesse: la grandezza dell’uno sarebbe impraticabile senza la perizia artigianale diffusa, e la perizia artigianale non potrebbe dotarsi di tanta qualità se non avesse all’orizzonte quei riferimenti. La cultura in Italia è un vero sistema integrato, anti accademico, e alimentato da scambi continui in orizzontale ma anche in verticale. Se questa dinamica si ferma, la cultura rinsecchisce su se stessa e il lavoro si inscialbisce in un anonimato globalizzato. Crediamoci, l’unica chance che l’Italia ha è quello di tenere sempre aperto questo meccanismi di scambi. Comunque li si giudichino, D&G l’hanno capito e non resta che imitarli…
Devo dire che le ultime due collezioni di Dolce e Gabbana sono molto convincenti, se fossimo in america sarebbero gia state comprate ed esposte al MET. (Ah no, dimenticavo che in america D&G non se li fila nessuno…a parte la notte degli oscar, mah è un’altra cosa) Detto ciò riguardiamo l’ultima sfilata fatta da Gianni Versace il 12 luglio 1997 a Parigi: collezione bizantina ispirata dalla mostra del Metropolitan ‘The glory of Byzantium’. Io invece ho un debole per il Versace ‘storico’ cioè fino al 1998.
Francesco
27 Feb 13 at 8:02 am edit_comment_link(__('Edit', 'sandbox'), ' ', ''); ?>
Info Molto utile. Spero di vedere presto altri post!
nicola
13 Mag 13 at 9:13 pm edit_comment_link(__('Edit', 'sandbox'), ' ', ''); ?>