Le Corbusier, la chiesa del Convento di La Turette
Gio Ponti, la Concattedrale di Taranto (1964-70)
Steven Holl, Cappella di Sant’Ignazio, Seattle (qui altre foto)
Ignazio Gardella, Sant’Enrico, San Donato (1963)
Carlo Scarpa, San Giovanni Battista a Fiorenzuola
Gustavo Pulizer Finali, Santa Barbara, Arsia (1943)
Alvar Aalto, Chiesa di Santa Maria Assunta, Riola (1966) (qui altre foto)
grazie Giuseppe delle immagini. Avevo trovato qualcosa su internet anche grazie alle indicazioni e alle foto di Lorenzo. Questo guardare le chiese moderne mi sembra sottilmente significativo. Un esercizio di osservazione su cosa è per noi la Chiesa oggi. Le chiese che ci mostri nelle foto sono tutte belle: lavori sapienti. Eppure nella mediazione (o consapevolezza) intellettuale dei loro autori mancano dell’interezza delle chiese romaniche, dello slancio ascensionale delle grandi cattedrali gotiche medioevali, mancano del rigore tendente all’uno Altro del rinascimento, mancano del pathos barocco. Oggi la mediazione intellettuale sembra essere un passaggio obbligato. Dove non c’è troviamo povertà, approssimazione o ripetizione stanca: usciamo di chiesa.
Dove la consapevolezza intellettuale e progettuale è presente, c’è una presa di posizione di parte o di tendenza. A noi che osserviamo suscita aggettivazioni particolari.
Incautamente faccio degli esempi.
La Tourette: c’è l’aura ma non trovo il verso. (Dalla foto: mia incapacità a leggerla). Ponti porta all’osso la struttura gotica. La gloria della tecnica più che la gloria di Dio. Con Holl il mistero del bosco: Alice nel paese delle meraviglie. Il rigore di Gardella è più spoglio e dimesso di quello dei grandi spiritualisti francesi (Bernanos, Moriac, Bresson). Scarpa mi fa dire ‘che bello!’ Mi sembra il più vicino. Come trasognato in uno spiritualismo tattile. Lo vedo toccare con mano la pietra: come un poeta moderno che assapora le parole. Più purificato di Montale-terroso. Più umile di Ungaretti ieratico. Ma il soggetto dell’opera è ancora il poeta. Pulizer virile, Aalto innamorato della natura: le onde delle greche cretesi ora in movimento. Sarei felice di approfondire con voi.
paola
16 Nov 10 at 11:36 am edit_comment_link(__('Edit', 'sandbox'), ' ', ''); ?>
Dici bene. Ma bisogna misurarsi con il proprio tempo. Accettare in un certo senso questa condizione di contesto, che è molto diversa da quella delle situaziooni che tu citi. Oggi accettare di essere sobri è già una grande vittoria, rispetto alle tentazioni della messa in scena religiosa che colpisce e stordisce. Il problema vero è la tenatzione dell’iperbole. Invece è importante saper custodire un ordine nella concezione. Per questo ammiro le chiese che ho citato. Fondamentalmente sono idee semplici e quindi abbedienti alla funzione cui sono state sollecitate.
gfrangi
16 Nov 10 at 6:34 pm edit_comment_link(__('Edit', 'sandbox'), ' ', ''); ?>