Vigilia dell’Immacolata. Cito dall’ultimo libro del Papa sull’Infanzia di Gesù:
«Creando la libertà Dio si è reso in un certo modo dipendente dall’uomo. Il suo potere è legato al “sì” non forzato di una persona umana. Così Bernardo mostra come al momento della domanda a Maria, il cielo e la terra, trattengano, per così dire, il respiro. Dirà “sì”? Lei indugia… Forse la sua umiltà le sarà d’ostacolo? Per questa sola volta – le dice Bernardo – non essere umile, bensì magnanima! Dacci il tuo “sì”!… È il momento dell’obbedienza libera, umile e insieme magnanima, nella quale si realizza la decisione più elevata della libertà umana».
Quella di Bernardo mi sembra un’intuizione grandiosa. E subito mi sono chiesto (ma in molti se lo sono chiesti) quale sia stato l’artista che nel passato ne abbia saputo tenere conto. La rappresentazione dell’Annunciazione ha sempre privilegiato il dato dell’umiltà: lo sguardo abbassato, le mani incrociate sul petto, il senso dell’accettazione obbediente di una chiamata (sono molto chiarificatrici nelle schematizzazione le pagine di Baxandall in proposito). Bernardo invece opera uno scartamento, straordinariamente convincente e molto verosimile rispetto alla dinamica di quel fatto misterioso. C’è qualche artista che ne abbia tenuto conto? Uno certamente ci è arrivato molto vicino: Piero. La sua Annunciazione di Arezzo, è fisicamente solenne. Ha la fisionomia di un baluardo. Soprattutto ha lo sguardo alto: osserva da un punto di osservazione che la fa partecipe della condizione di tutti gli uomini. È appunto magnanima. Psicologicamente, è una Madonna così consapevole da sembrare già “saputa”, rispetto al proprio destino. Del resto Piero affina da subito un’immagine di Maria in questa direzione, sin dal tempo del polittico di Sansepolcro. E anche in quella del Parto insiste sulla “grandezza” fisica oltre che mentale, di Maria. Il suo non è mai un tirarsi indietro…
Post scriptum: Quella di Bernardo, è una di quelle intuizioni generata dalla capacità di immaginazione (e quindi di immedesimazione nella situazione specifica) che è la dinamica generatrice di tutta la tradizione figurativa: senza quella immaginazione la storia dell’arte non avrebbe avuto lo sviluppo che ha avuto. Un’immaginazione sempre in movimento, che avanza a volte compiendo veri balzi in grado di cambiare la storia (l’immaginazione di Masaccio, ad esempio, che rende così perentoria la presenza di Gesù e degli apostoli, figure con le ombre). Bernardo, dal canto suo non aveva molta fiducia nelle immagini, come conferma la nudità programmatica dell’architettura cistercense. Che sia per questo che la sua intuizione non è stata presa in debito conto da chi immagini produceva…