Su Le Monde oggi c’è una pagina che celebra il ritorno al disegno degli artisti contemporanei, in particolare giovani. Al Palais de la Bourse si è aperto il Salon du Dessin (sino al 4 aprile) che ha attratto altre manifestazioni collaterali in altri luoghi della città. La pagina è corredata con il disegno di un giovane artista americano Matt Bollinger (immagine qui sopra), che mostra quale freschezza pungente riservi il disegno manuale nell’era dell’artificio (è esposto a Drawing Now Suite, al Carrousel du Louvre). Potrebbe esserci al suo posto un disegno di Andrea Mastrovito (immagine qui sotto), il giovane che oggi inaugura una ambiziosissima e sorprendente personale a Casa Testori a Novate, e avrebbe fatto lo stesso effetto. Il disegno nella sua fragilità e transitorietà si mostra capace di un’energia e di un’immediatezza anche laddove (come nei due casi citati) è frutto di un lavoro sottile e certosino. Il disegno permette ancora uno sguardo ingenuo, diretto, capace di portare a galla tutto. Vincent Bioulès, che insegna disegno all’Ecole des Beaux- arts di Parigi racconta su Le Monde la ragione profonda di questa primavera del disegno, sulla base della sua esperienza: «Si ha sempre l’impressione di vedere il reale, ma quando cominci a disegnare, mi rendo conto di non aver visto niente. Il disegno è una sintassi per appropriarsi del mondo. È la potenza della decifrazione del reale».
Ricordo di aver letto nel libro di John Berger Sul disegnare (Schewiller) questo pensiero che mi è rimasto impresso: «Disegnare non è solo misurare e annotare, è anche ricevere. Quando l’intensità dello sguardo raggiunge un certo grado, diventiamo consapevoli che un’energia altrettanto intensa viene verso di noi, attraverso l’apparenza di quello che stiamo scrutando. L’intera opera di Giacometti ne è la dimostrazione».
(Aggiungo che fa parte di questa primavera del disegno anche l’opportunità di vedere i disegni capolavoro di Michelangelo , sia architetto che no, al Castello Sforzesco)