Robe da chiodi

Archive for the ‘Emma Ciceri’ tag

Emma Ciceri/1. Da una schiena all’altra

leave a comment

La mano di Emma che accarezza la schiena di Ester. Lì vicino c’è la Pietà Rondanini, con quella schiena della madre ricurva sul Figlio. È davvero intenso e “necessario” il dialogo che Emma Ciceri ha instaurato con l’ultimo capolavoro di Michelangelo.

Grazie alla disponibilità della direzione dei Musei del Castello Sforzesco, ha potuto stare a lungo, a tu per tu con la Pietà, nei giorni di chiusura. Lei ed Ester a vivere in quel contesto una condizione di vicinanza che da quando Ester è nata, è diventata per loro una condizione quotidiana e inalienabile. È nata così “Nascita Aperta”: due video che vanno in simultanea, dove gli stessi gesti si rimbalzano, compiuti in casa e al museo, cioè nella “casa” della Pietà. La presentiamo lunedì proprio al Museo della Pietà (dalle 14 alle 18) dove poi l’opera resterà per un mese: il progetto è di Casa Testori, curato da Gabi Scardi. L’installazione, ha scritto Gabi Scardi, “è una dichiarazione di adesione all’esistenza in ogni sua forma, anche là dove la vita si fa insondabile”. Aggiungo che è un’opera che ha la forza di una complementarietà: è complementare alla Pietà, perché dimostra come questo capolavoro sia “necessario” alla nostra vita. “Nascita Aperta” è un titolo che oltre ad essere bellissimo contiene un paradosso: la Pietà è immagine umanissima ma di una morte. Associarla alla Nascita che ogni giorno si compie nel rapporto tra Emma ed Ester, diventa una chiave per andare in profondità rispetto a quel capolavoro. Che quindi parla di vita, nella forma drammatica e anche dolcissima di un abbraccio sconfinato.

Written by gfrangi

Ottobre 9th, 2021 at 5:36 pm

Emma Ciceri/2. La Pietà come Nascita

leave a comment

Ci vogliono ragioni profonde e anche una grande delicatezza per entrare in dialogo con un capolavoro impossibile da “circoscrivere” come la Pietà Rondanini di Michelangelo. Le ragioni di Emma Ciceri non sono molto distanti da quelle che hanno mosso il vecchio Michelangelo davanti a quel blocco di marmo. È un senso di infinità che si spalanca dentro la percezione di una finitezza, di una irrevocabile imperfezione. È quella dimensione solidale dei corpi, che in forza d’amore ribaltano la gravità della fatica e del limite in esperienza ascensionale.

Le ragioni per lavorare al cospetto della Pietà stavano dunque in una corrispondenza con quel capolavoro, vissuta e pensata. Emma si è accostata in punta di piedi, come a cercare riscontri tra la propria esperienza di madre e quella fissata, o meglio erosa, nel marmo da Michelangelo. Ha così trovato un’eco di quella dimensione imprevedibile che consiste nello scoprirsi sostenuti nel momento in cui si è sostegno: un confluire dei corpi in relazioni dove i ruoli non sono più rimarcabili, tanto che, come lei stessa ha confessato, è approdata alla convinzione che «la regia di “Nascita Aperta” dovesse essere di Ester».

Questa energia di ascolto ha trovato poi un suo corrispettivo nell’esito: il video è un lavoro che trova la sua intensità proprio nella delicatezza con cui sta un passo indietro, vela, allude, stabilisce corrispondenze silenziose. La scelta allestitiva è stata del tutto coerente con questa modalità di linguaggio: i due schermi, volutamente di dimensioni ridotte, sono stati collocati in una delle nicchie dell’Ospedale Spagnolo, protetti da una struttura a libro, appartati. E proprio per questo in profonda relazione con la Pietà.

Come Casa Testori siamo stati felici di accompagnare Emma Ciceri in questo percorso che l’ha portata ad operare all’ombra di un’opera che Giovanni Testori tanto amava. Credo infine che questa esperienza, resa possibile dall’apertura intelligente e dallo spirito di collaborazione della dirigenza del Castello Sforzesco, indichi una modalità vera e non strumentale di relazione tra arte contemporanea e opere del passato. Con tutta l’umiltà che ha caratterizzato il suo intervento, Emma Ciceri ha reso evidente come la Pietà Rondanini, capolavoro non finito e infinito, si prolunghi dentro le fibre della vita presente. Il titolo scelto da Emma allude, credo, anche a questo.

(Prefazione al volume di prossima uscita dedicato a “Nascita Aperta”)

Written by gfrangi

Ottobre 9th, 2021 at 5:32 pm

Emma Ciceri e l’impronta del Sole

leave a comment

Emma Ciceri, Respiro Sole, 2019

Questo articolo è uscito sul numero di giugno di Vita, per la rubrica “Life Museum”

Un riflesso di sole che percorre, minuto dopo minuto, tutta la superficie di un muro. Una macchia di luce, un bagliore, ma insieme una cosa da niente: impalpabile, scontata, transitoria. Emma Ciceri, per anni, in quello che era il suo vecchio studio ha osservato questo raggio filtrare e farsi macchia luminosa davanti ai suoi occhi. Così un giorno ha preso il primo barattolo di colore, il primo che ha trovato, casualmente un blu tenero e liquido, e ha dipinto su quel suo muro l’impronta del riflesso; ha filmato quel gesto e poi ha voluto moltiplicarlo, come in un impeto di partecipazione. Ha creato un’azione durante la quale ha fatto entrare lei un riflesso di sole e ha inseguito quel riflesso, dipingendolo nel suo percorso ad arco di oltre tre ore. I due video danno il titolo alla mostra con la quale dopo tre anni questa artista si è riproposta al pubblico (Milano, Galleria Riccardo Crespi). Un titolo che nella sua semplicità e pienezza racconta quello che abbiamo visto; anzi quello che l’artista ci fa sperimentare “Respiro sole”. Giustamente Gabi Scarbi, curatrice della mostra, nella presentazione sottolinea come le armi di Emma Ciceri siano «l’apertura a dimensioni diverse dell’esperienza» e «la tensione dello sguardo». In mostra c’è un’altra opera, una sequenza di semplici diapositive, dove si vede un sacchetto di carta giallo volteggiare su un campo immacolato di neve. Anche qui una visione casuale. Anche qui una metafora del sole, del suo risplendere silenzioso e riservato. La bellezza di questa percorso di Emma Ciceri sta tutto nella cifra della commozione e del respiro. Dove il respirare quella luce e quel calore e fissarne l’impronta diventa un’azione che permette di incorporare la meraviglia che la costituisce.

Emma Ciceri, Approfittando del vuoto, 2010 (slide show)

Written by gfrangi

Luglio 26th, 2019 at 2:11 pm

Posted in mostre

Tagged with