Parole intercettate a Lecco nella giornata manzoniana.
Stefano, davanti alla sfilata degli Adda di Morlotti. «Questa è l’Orangerie di Lecco».
Elio, al Teatro della Società, nei panni di Renzo: «Quando si fa la strada che da Milano porta a Lecco, strada incasinatissima bisogna pensare che quella era la strada percorsa da Renzo scendendo a Milano. Allora ti si apre il cuore e quella strada diventa bella».
Anna: «Io nella cantina della Monaca ci starei una giornata intera».
Io: La cosa forte di Manzoni, che regge pur trasportata ai giorni nostri, è l’assetto di fronte alla vita. È un assetto in cui il bene torna sempre a galla, per quanto si tenti affondarlo. I volti portentosi dei quadri esposti nelle Scuderie di Villa Manzoni esprimono l’energia positiva e carica di affettività per il mondo e la vita propria di questo assetto di fronte all’essere (diceva con la sua energia umana e intellettuale don Giussani: «Moralità è l’assetto della persona di fronte all’Essere, cioé di fronte alla vita, all’esistenza, come origine, consistenza, destino»).
Testori (nel testo la Confermazione di renzo ripubblicato nel bellissmo catalogo – complimenti ragazzi!): «… Manzoni scriveva che (Renzo) vi correva “con lieta furia”. In questo straordinario ossimoro, è probabile sia contenuto tutto il grumo centrale del corpo psicologico, ma anche del corpo fisico di renzo. Egli, infatti, agirà sempre tra lietezza e furore. Anzi il romanzo sembrerà svolgersi perché Renzo possa, alla fine, coniugare i due contrari, giusto come li aveva coniugati all’inizio….». Geniale. Come si fa a non amare Renzo?