A proposito di vestiti-stracci alla Boltanski, l’amica Paola Marzoli mi manda questa mail con foto allegata.
Mi ha molto colpito e ve la propongo (con la sua autorizzazione): «Boltanski è specchio fedele del mondo visto appunto dal Grand Palais. Dalla vetta del successo. Subito mi ha ricordato un passaggio densissimo della mia vita. Nel 2003 ero andata ad Efeso… Ho seguito un po’ controvoglia gli amici che sopra la città romana, per dovere di turisti superpartes, sono andati alla ‘casa della Madonna’. C’erano molti pellegrini sia cristiani ma soprattutto mussulmani. La Madonna è venerata dai mussulmani e mi sembra che chiamino il santuario di “marien manà” circa “maria mamma”. Allora ero molto infastidita dalle espressioni del pellegrinaggio popolare. Davanti alla casetta ho fotografato quello che vedi sotto in diversi ravvicinamenti. Graticci all’aperto su cui ogni pellegrino annoda uno straccetto con la sua preghiera. Ho messo uno straccetto anch’io. Così. A questi straccetti votivi appesi alla pietà di “marien manà” mi ha riportato Boltanski.
Anche esteticamente molto più belli del suo mucchio. Ma così è. Boltanski non dice bugie.
A Efeso i frammenti, gli stracci della nostra miseria di poveri pellegrini turchi stesa ad asciugare davanti alla Madonna. Boltanski come un Prometeo deluso e non arreso gonfia i suoi stracci esponendo se stesso alla gloria del pubblico e della fama personale al Grand Palais».
Non so a voi, ma a me sembra che qui emerga quella dimensione che manchi a Boltanski: il senso che nulla può essere ostacolo alla bellezza.