Robe da chiodi

Liberare il museo dal peso del passato

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Tre pensieri su rapporto tra passato e presente. Tra museo e contemporaneità. Il primo di Giorgio Colli, gli altri due di Franco Russoli, indimenticato direttore di Brera (nella foto).

«Dunque il crescere della conoscenza (quello che è chiamato civiltà si fonda su ciò) significa un’invadenza sempre più ingombrante del passato nella nostra esistenza nel nostro presente. Oppressi dal passato, in realtà non viviamo neppure più l’oggi che ci è toccato. Che fare per recuperarlo? Troppo grande è il peso del passato e poiché esso è destinato ad aumentare senza posa, la prospettiva sull’avvenire appare priva di scampo. La via d’uscita sembra essere [recto] quella alle nostre spalle: procedere a ritroso nell’esperienza e nella storia, per affrontare il passato al suo apparire. Assalirlo nel suo cuore, nel suo rapporto con l’immediatezza, e giudicare il valore di questa accumulazione. Così si saprà distribuire presente e passato nella nostra esistenza, perché questa non riesca distorta» (Giorgio Colli)

«Il museo deve operare come un’istituzione per la prevenzione della cecità, allo scopo di far funzionare le opere… Le opere funzionano quando, stimolando lo sguardo curioso, acutizzando la percezione, suscitando l’intelligenza visiva, esse partecipano alla creazione e alla ricreazione dei nostri mondi». (Franco Russoli)

«Si cerchi dunque in ogni modo di far intervenire il museo in tutte le attività culturali dell’ambiente in cui funziona: non come sede di contemplazione o studio della tradizione, ma come luogo in cui si costruisce e si vive lo sviluppo della realtà contemporanea. Non occupazione per il tempo libero bensì per il “tempo impegnato”». (Franco Russoli)

Written by gfrangi

Aprile 1st, 2016 at 9:50 pm

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