È il centenario della morte di Bramante. Ce lo eravamo dimenticato un po’ tutti (era morto l’11 aprile del 1514). Si rimedia con due mostre a fine anno. Una a Brera. L’altra, affascinante, congegnata con la consueta intelligenza dal Palladio Museum di Vicenza: una mostra centrata sul celebre disegno degli Uffizi in cui Bramante impostò la pianta del nuovo San Pietro. «È un semplice foglio di carta, ma pesa come una montagna», ha detto il presidente del Consiglio Scientifico del museo, Howard Burns. «È considerato il disegno più importante per l’architettura del mondo occidentale, che dopo di esso non è stata più la stessa. Siamo intorno al 1506 e nel concepire la più grande basilica della Cristianità per il Papa Giulio II, Bramante mette a punto un nuovo concetto di spazio architettonico ispirato a quello dei grandi edifici della Roma antica», ha spiegato il direttore del Palladio Museum Guido Beltramini. «È un processo per gradi, che Bramante registra sul foglio Uffizi 20 A mano a mano che esce dal suo cervello: il disegno è quindi una sorta di palinsesto, un diario di viaggio alla scoperta di quella che sarà l’architettura del Rinascimento».