Me ne sono segnati 12, di motivi. Ma potrebbero presto diventare di più. Magari li aggiungete voi. È un gioco, ma serve a farsi un’idea più chiara sul perché Picasso, che piaccia o non piaccia, riesce sempre a essere (o a sembrarci) il più grande.
1. È un genio bambino, bambino sino all’ultima pennellata della sua vita.
2. Ha la baldanza del semplificatore nell’era tristissima delle complessità.
3. Non riesce ad essere ideologico neanche quando si propone di esserlo.
4. Riesce ad essere di nuovo masaccesco, senza avere più il mondo di Masaccio
attorno a sé (per conferma vedi immagine qui sopra).
5. Non ha dovuto scrivere niente per spiegare quel che era.
6. È un artista sessualmente irrefrenabile, senza mai essere vizioso.
7. Ha un ego gigantesco, ma lo rovescia in prodigalità espressiva. Cioè non tiene
il suo ego per sé.
8. È uno che costruisce anche quando distrugge (questa l’ha detta lui di sé).
9. Per lui l’arte non è mai fatica, nel senso che tutto gli riesce magnificamente
facile.
10. Non aveva mai bisogno di arrivare primo per dimostrare di essere il primo.
11. Non ha mai ceduto alla tentazione di fare della pittura una religione (né di
fare pittura religiosa).
12. Più che dipingere, ha scaraventato figure e forme sulla tela.
Bello il punto 2!
Io direi anche:
– Non ha mai avuto l’ossessione dell’Opera, pensando alle immagini come un flusso continuo, legato alla vita: nessun’opera singola esemplifica tutto il resto; neanche Guernica; vanno viste come un flusso.
– Si è sempre sentito in diritto di lavorare.
(Forse al giorno d’oggi solo Gerhard Richter sente questo diritto in modo costante)
Beatrice
4 Ott 12 at 11:29 am edit_comment_link(__('Edit', 'sandbox'), ' ', ''); ?>
[…] più di tanto, ho trovato qui alcuni interessanti suggerimenti sui motivi personali che hanno reso Picasso il fenomeno […]
picasso – carnet de voyage | viaggio nel blu
27 Dic 12 at 10:18 am edit_comment_link(__('Edit', 'sandbox'), ' ', ''); ?>