Robe da chiodi

Bob Colacello e la fede di Warhol

one comment

Andy Warhol e Bob Colacello nel 1980

Sull’ultimo numero di Rolling Stone c’è un’intervista di Luca Delli Carri a Bob Colacello, il braccio destro di Andy Warhol. Le ultime domande toccano intelligentemente il tema del rapporto di Warhol con il cattolicesimo. La testimonianza di Colacello mi sembra precisa nel ricordo e molto significativa per le chiavi che fornisce per capire Warhol. Tks a Petra che mi ha segnalato l’intervista. Sull’argomento ne avevo scritto poche settimane fa su Tracce.it

…L’ultima serie di dipinti che Andy realizzò fu Last Supper. Per una banca di Milano, che aveva la sede di fronte alla chiesa dove è conservato il dipinto, gli chiese di interpretare l’Ultima Cena di Leonardo. Andy lo fece, ma poi fece anche altro. Prese la testa di Cristo e la ripetè 112 volte, in giallo brillante su sfondo scuro. E questo è realmente un dipinto religioso. Negli ultimi tempi Andy aveva anche ricominciato a disegnare mano come aveva fatto agli inizi della sua carriera. Era come se avesse capito di essere alla fine, e avesse deciso di tornare alle origini, al contesto religioso cattolico in cui era cresciuto. Non so… Io penso che ne lavoro di Andy ci fosse un presentimento, come se qualcosa di terribile stesse per accadere…

Era così importante l’aspetto religioso?

Sì. Andy non era un cattolico romano, era un cattolico bizantino, un cattolico dell’est, cresciuto in una chiesa di Pittsburgh che assomigliava a una chiesa russa o greca, orfano di padre e con una madre forte e molto religiosa. Marilyn, Elvis e Jackie erano icone americane, della cultura secolare americana ma erano anche figure… mistiche. La gente aveva visioni di Elvis come avevano visioni di Gesù Cristo, della Vergine Maria o di Fatima.

Written by gfrangi

Marzo 11th, 2012 at 11:07 pm

One Response to 'Bob Colacello e la fede di Warhol'

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  1. Francamente non riesco a simpatizzare con questo misticismo. Non c’è affatto continuità tra la religione di Hollywood e quella originaria. E’ solo formale (il dogma – l’icona – il rito). Io trovo Warhol interessante perchè il suo lavoro è sbagliato in modo così estremo che il problema diventa chiaro (e quindi insomma ci serviva anche lui). Ma non riesco ad apprezzare il suo dogmatismo e il sentimentalismo – rende le istituzioni d’arte oggi così noiose.

    Fare i dadaisti senza ironia diventa una cosa mostruosa! Duchamp è più religioso di Warhol.

    Beatrice

    13 Mar 12 at 10:32 am

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