“La storia dell’arte aiuta a vivere”. Bello il titolo del Sole 24 ore di domenica scorsa (tornato finalmente in formato grande, dopo l’insulsa riduzione operata da Gianni Riotta). Il riferimento è al discorso che il ministro della cultura francese Frédéric Mitterrand ha tenuto in occasione del Festival de l’histoire de l’art che si è tenuto a fine maggio a Fontainebleau. In che senso la storia dell’arte aiuta a vivere? Mitterrand la spiega così: «Nell’epoca dell’infinita riproducibilità dell’immagine, la storia dell’arte può contribuire a dare coerenza, può essere uno strumento per rendere più intellegibile il nostro tempo. In altre parole questa manifestazione si pone l’ambizione di “riconciliare sensato e sensibile”… “Sapere conciliare l’emozione e l’intelligibile, il visibile e il nascosto, la percezione e la riflessione”». I virgolettati sono di André Chastel. Che diceva anche: «La storia dell’arte deve favorire una conoscenza, una presa di coscienza che cambi le prospettive – spesso ingenue – del presente».
(Pensavo, nel suo agire la storia dell’arte porta tre fattori che nel loro combinarsi dovrebbero garantire pensieri “sani”. Primo fattore, la storia, cioè si sta ai fatti. Poi “l’arte”, cioè quel di più che neppure la somma dei fatti non può spiegare. E infine il costituirsi in “immagini”: il linguaggio espressivo più semplice, più veloce e più immediato; quello con minor spazi di ambiguità, in quanto “visibile” per statuto: il che dovrebbe dovrebbe tenere il ragionare sempre incardinato all’osservare).
Qui potete leggere la versione completa del discorso di Mitterrand.
Qui invece la presentazione che ne ha fatta Salvatore Settis, sul Sole.
Bello, grazie.
LR
Luca
28 Giu 11 at 5:47 pm edit_comment_link(__('Edit', 'sandbox'), ' ', ''); ?>