Robe da chiodi

Tutti a riveder l’angelo di Lotto

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L’angelo di Lotto è tornato a volare. Lo si può vedere, a restauro concluso, il sabato e la domenica  sino al 17 ottobre alla sede del Credito Bergamasco, in Largo Porta Nuova, in centro a Bergamo. Insieme al polittico di Ponteranica, si vedono la Pala di San Bernardino e la Trinità di Sant’Alessandro.

I primi due in particolare sono capolavori per i quali l’aggettivo sublime non è pronunciato invano. Mi dicono che il fondo dell’angelo, sempre visto nero, è diventato di una tonalità terra che fa esplodere con ancor più forza i rosa folli del manto. Ci sarebbe da ragionarci, su quest’angelo (1525 circa; la foto è prerestauro). È la prima volta che un’Annunciazione viene raccontata non come rapimento estatico, o abisso contemplativo, ma anche nella sua portata di sensualità. C’è l’aspetto conturbante della vita che imprevedibilimente, in un istante, s’innesta e comincia. Testori (che scrisse uno degli articoli più belli nella sua militanza al Corriere della Sera su quest’angelo: scaricatelo qui L’angelo di Lotto) l’avrebbe detta “sperdutezza”.

PS: al piano basso della banca, c’è l’installazione by my brother. Un dilagare di glicini.  Il titolo è pertinente e fa quasi da legante: Divina.

Written by gfrangi

Ottobre 1st, 2010 at 8:02 am

3 Responses to 'Tutti a riveder l’angelo di Lotto'

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  1. E l'”articiolo” di Testori sul Corriere? Qualcuno ce l’ha?

    Grazie per il blog, come sempre, al padrone di casa.

    Renato

    1 Ott 10 at 8:38 am

  2. Eccoti servito, grazie all’archivio impeccabile dell’Associazione Testori. A proposito sei iscritto???

    gfrangi

    1 Ott 10 at 2:31 pm

  3. il Lotto!
    mi dicevo guardando l’angelo (che vanifica ogni aggettivo): ‘com’è che il Lotto mi commuove tanto, sempre, e a fondo? Pur non avendo nulla di gridato, nulla di affermato, nulla di lacerato o lacerante, nessun punto esclamativo.
    Solo un lieve reclinare di teste (nelle madonne) in un dolcissimo farsi carico fisico del mistero. Mistero raccolto nel ventre. ‘Concepirai nel tuo ventre’ le dice l’angelo (‘en gastrì’). Ecco in Lotto c’è il mistero concepito nel ventre. E la testa ritta del vescovo De Rossi segna l’assunzione modesta e responsabile del compito. La testa ritta del giovane di Vienna ferma, nella piega della bocca, l’attimo di sfida prima di chinarla. E sempre quel dolce pondus della croce presa leggera.
    Poi ho letto Testori (GRAZIE). Ecco. Ci siamo.

    E dietro i ricordi di Testori è venuto in mente anche a me un episodio dell’infanzia. Ero al liceo ma ero nell’infanzia.
    La professoressa ci aveva portato in gita scolastica a Bergamo a vedere Lotto. Accademia Carrara e qualche chiesa. Le chiese erano buie e si vedeva poco. Ero rimasta intontita e isolata per l’emozione.
    Allora si facevano poche gite. Al ritorno in pulman i miei compagni di classe che erano delle rape cantavano con la chitarra le osterie. E alternavano con De Andrè. ‘Questa è di Marinella la storia vera..’
    Con negli occhi il Lotto ho preso in odio De Andrè per sempre. Quelle sue sdolcinature, quel falso medioevale.
    E Lotto è rimasto un inesplicabile amore.

    paola

    2 Ott 10 at 9:16 pm

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