Robe da chiodi

Caravaggio, lasciamolo nudo

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Prepariamoci al profluvio caravaggesco per il centenario.  La mostra romana si annuncia molto sotto le aspettative, una delle tante viste in questi anni, con poco di più. Mi sarebbe piaciuto vedere i grandi quadri di San Matteo fuori dalla cappella, ma non sarà così (uscirono per la grande mostra longhiana a Milano del 1951: bei tempi, mostre serie…). Tra le prime uscite giornalistiche dell’anno centenario dobbiamo registrare l’articolessa di Antonio Paolucci, uscito domenica 3 gennaio su Avvenire. Un articolo da tuttologo cravaggesco: niente di che. Ma mi ha colpito il finale, in cui Paolucci cita Longhi, dai Quesiti Caravaggeschi del 1928-29: «Il dirompersi delle tenebre rivelava l’accaduto e nient’altro che l’accaduto». Citazione straordinaria Peccato che Paolucci la chiosi in modo disgraziatissimo: «Occorre aggiungere tuttavia che il mondo svelato dalla luce con inesorabile obiettività per Caravaggio è (può essere) un mistero ontologico abitato dai segni del Sacro». Punto primo: mi tengo istintivamente alla larga dal Sacro con la S maiuscola. È un cappello indebito e anche un po’ ambiguo messo sull'”accaduto”. L'”accaduto” basta e avanza, come emergere di Dio nella storia. Punto secondo: quella di Longhi è un’intuizione straordinaria per capire Caravaggio dal punto vista critico; la sua è capacità di fissare in modo fulminante l’accaduto, di non farne una rievocazione ma un “accaduto” che accade nel suo presente. Non è un caso che Longhi nella presentazione alla mostra milanese aveva scritto che la categoria chiave di Caravaggio, quella che dà ragione della sua novità, è quella dell’“oggi”. E per chiarezza aveva messo “oggi” in corsivo.

Sempre a proposito del nostro segnalo l’intervento di Marco Bona Castellotti su Il sole della domenica (3 gennaio). Nell’articolo si anticipa una “scoperta” di Rossella Vodret in un libro  di prossima uscita: i dipinti a muro sull volta del Casino Ludovisi a Roma (gli unici che si conoscano di Caravaggio) sono tre autoritratti, fatti mettendo lo specchio sotto i piedi. Si vede Caravaggio, spavaldo, nudo, con il sesso in vista, che si rappresenta in tre scorci arditi. Sotto, nella stanza, il cardinal Del Monte faceva i suoi esperimenti alchemici in questo suo rifiugio defilato. Caravaggio risponde con l’unica alchimia che gli appartenga: quella del corpo e della realtà messa a nudo (letteralmente). Il tutto, sempre, alla luce del sole.

Written by giuseppefrangi

Gennaio 6th, 2010 at 3:35 pm

3 Responses to 'Caravaggio, lasciamolo nudo'

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  1. la prossima volta che vieni a Roma ci dovrai portare a casino Ludovisi!

    lucio

    lucio brunelli

    8 Gen 10 at 1:47 am

  2. Mi piacerebbe. non è semplice entrare, ma per chi è romano, venerdì 5/2 c’è una visita organizzata…
    http://www.associazionealtair.it/100205ludovisi.html

    giuseppefrangi

    8 Gen 10 at 2:23 pm

  3. Mi scuso per l’intrusione, ma devo evidenziare qualcosa di incomprensibile: “La Pittura romana, Scuderie del Quirinale, Roma (stupendo l’allestimento Ronconi -Palli) • The Sacred Made Real: Spanish Painting and Sculpture 1600-1700.” Questo é quello che mi é cascato nella casella di posta con il motore di ricerca Google: Non capisco!

    La mostra sarà in Roma(?) non prima della fine di gennaio. Attualmente programmata al National Gallery di Londra fino al 24 di Gennaio. Tra lo smantellamento, l’imballaggio delle opere, il trasporto, l’allestimento, la preparazione della campagna stampa con annesso catalogo et comitato scientifico…io credo che non prima di febbraio possa essere qui a Roma. Inoltre dobbiamo dedurre che l’allestimento di Londra sia opera di Ronconi e Palli (se no come si deduce che sia stupendo?)e che qui a Roma si faccia un adattamento della mostra londinese. Alla fine mi sembra che le grandi mostre stiano prendendo le modalità dei grandi concerti rock itineranti con la rock star artistica alla moda in tourneè per il mondo.
    Mostre itineranti, grande rumore mediatico, orde di fans, casalinghe, pensionati, scolaresche in gita…a cavar senso esistenziale. Il famoso sogno socialista di portare l’arte alle masse, in mancanza di validi artisti contemporanei, si é realizzato! Aggiungo e chiudo che, la scorsa mostra nelle scuderie, per intenderci, quella sulla pittura di un impero(romano)era cosa ben miserevole e cialtronesca, da rimpiangere il costo del biglietto di entrata, vista la patetica rappresentanza dei “pezzi” esposti ed illuminati da un daltonico. L’architetto Palli forse é daltonica(?) se no non si spiega come mai ha usato delle lampade per l’illuminazione delle opere e degli ambienti (sicuramente giuste per l’integrità degli affreschi) che viravano tutto e tutti gli affreschi al color salmone, con un comico effetto “polaroid” roseo, falsando totalmente colori e profonfità dei dipinti stessi. Cosa dire poi di quelle atmosfere immacolate da camera ardente? A quando gli inginocchiatoi? L’acqua santa? O magari gli occhiali in tre D?

    The Sacred Made Real: Spanish Painting and Sculpture 1600 – 1700 Issued: June 2009 – 21 October 2009 – 24 January 2010

    Franco Lechi

    10 Gen 10 at 9:58 am

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