Robe da chiodi

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Francesi beceri

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Traces du Sacre è la mostra aperta al Pompidou per esplorare con estrema scontatezza un tema che brucia le dita. Per Le Monde è una questione in lenta e implacabile estinzione. Il percorso è tutto storicizzato, e a parte qualche formula efficace (Risonanze dell’arcaico per Pollock e Beuys), non ci si discosta dall’assolutamente prevedibile. Un tema così imbrigliato in uno schema è un tema assolutamente inerte. Meglio lasciar perdere. Piuttosto, nella personalissima classifica dei pittori che si sono avventurati oltranzisticamente sul terreno, vedo: 1. Bacon; 2. Yves Klein; 3. Rothko; 4. Dan Flavin; 5. Fontana; 6.Warhol; 7. Barnett Newman… Lista in fieri. Su Giacometti ci devo pensare. Comunque tendenzialmente la figura è in fuga. L’espressione di un’adesione religiosa passa per vie fragili, che non reggono l’impatto con le immagini. C’è bisogno di non detto. Di non dichiarato. Solo così ri-sbuca. Forse…

Solo Bacon fa certamente eccezione. Anche il Matisse ultimo è felice, ma ha una patina un po’ clericale. È sacro molto voluto. E il sacro quando arriva su comanda ha sempre un che di loffio. Meglio il paradiso della Danza… O la finestra aperta sul cielo di Nizza: di nuovo paradiso.

Poi c’è il coté esoterico e alchemico. Lì la lista è infinita.

Written by giuseppefrangi

Maggio 20th, 2008 at 10:54 pm

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Carne svedese

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Vista alla Fondazione Prada la mostra di Nathalie Djurberg (Svezia 1978). Una Louise Bourgeois che abbia aggiornato la crudeltà allo standard dei nuovi tempi. Qui non c’è più spazio per intimismi o nostalgie. La realtà è svergognata senza pietà. Dice Celant che i suoi soggetti sono “cannibalizzati dall’arte”. Ci azzecca. È l’uomo che precipita in un destino da bestie, senza scampo. Chi lo sa si infila nella pelle di una lontra e si trasforma addirittura in lontra. Fa pensare questa predisposizione femminile a infierire sul destino del corpo e dell’uomo (pensare a Jenny Saville). Anzi inquieta. È un male profondo, senza soluzione. Se l’”origine del mondo” si schiera sistematicamente contro il mondo, davanti c’è solo il capolinea. A meno che la cifra sia un’altra. E che l’irruenza sarcastica e devastante alla fine non affermi un livello più forte e più desiderato di vita. Nathalie avrà sarà madre?

Forte l’allestimento. Navigando sul sito qualcosa si coglie.

Written by giuseppefrangi

Maggio 12th, 2008 at 5:11 pm