Breve nota su una mostra esemplare, quella su Aldo Manuzio vista oggi a Venezia alle Gallerie dell’Accademia. Mostra trasversale che attraverso le vicende di questo che è il primo editore della storia, racconta tutto un crocevia storico di straordinario interesse e bellezza. Il libro, oggetto formalmente perfetto, diventa anche oggetto diffuso, mostrando tutta la sua potenza di innescare nuove visioni (stampare le Bucoliche ha a che vedere con il fatto che Giorgione possa concepire il paesaggio totale della Tempesta). Ma il libro incrocia la matematica perché è la lezione sulla proporzione di Luca Pacioli (Venezia 1508) a dettare le geometrie della pagina. Una mostra fitta di sorprese, di incroci a cui non si era mai fatto caso (i ritratti finali in cui i personaggi a inizio 500 tengono un “tascabile” in mano). Una mostra esito di studi ma pensata per essere capita e condivisa da un pubblico ampio: sono molto coinvolgenti tutti i riferimenti al piglio imprenditoriale di Manuzio (ad un certo punto stampa una piccola parte della tiratura su carta azzurra, per vendere a prezzo maggiore quelle copie). A questo proposito dieci e lode all’audioguida molto innovativa, in cui Guido Beltramini, uno dei curatori, accompagna il visitatore passo per passo, spiegando ciò che è esposto, spiegando le scelte allestitive. Un racconto filato, che non solo spiega ma che dà le motivazioni di una mostra, che è attuale perché dice come una città possa essere al centro del mondo solo producendo e diffondendo cultura. Un esempio da seguire: il curatore in questo modo si gioca in prima persona non solo per dare sfoggio di quel che sa, ma per dare le ragioni e il senso di quel che ha fatto.