L’affresco è nella Basilica inferiore di Assisi. Rappresenta la “Natività”, e se non è di Giotto stesso è di qualcuno che lavorando vicino a lui ne aveva mutuato in modo preciso la grammatica visiva. Giotto è un artista con la mente chiara, capace di rappresentare con trasparenza e ordine quello tanti altri artisti guardano invece facendo prevalere un punto di vista emotivamente soggettivo.
Così in questa “Natività” notiamo le corrispondenze tra il volume della capanna e quello della mangiatoia: tutti si impongono per una regolarità che rifugge ogni effetto speciale. C’è ordine anche nella disposizione di angeli e cherubini che sembrano schierati a protezione del nuovo nato e di sua madre. Il blu del cielo è quello terso che solo Giotto sapeva dipingere, con il pigmento ricavato dal lapislazzulo. Anche il gregge si è disposto senza sbavature, obbediente ai due pastori che stando ascoltando l’avviso dell’angelo, un po’ stupiti che toccasse proprio a loro una simile priorità. Poi c’è il cuore dell’affresco, e anche qui l’approccio di Giotto ci si palesa in modo inconfondibile. Niente effusioni tra Maria e il Bambino (come pure accade nell’analogo e più visto affresco della Cappella degli Scrovegni), ma un contegno dettato dalla piena coscienza di ciò che è accaduto. La Madonna e il Bambino “sanno”, e l’intensità del rapporto fatto solo di sguardi trasmette la dimensione di questa consapevolezza: il bambino in fasce e quella mangiatoia che sembra avere la sagoma di un sepolcro sono già una premonizione. Per Giotto la Natività è l’istante di accettazione di un destino: il mistero assume una sua luminosa chiarezza, senza dover concedere nessuno sconto. In questi giorni la Natività dalla Basilica Inferiore ha “conquistato” la facciata della Basilica di Assisi. Per festeggiare il Natale infatti l’immagine dell’affresco viene proiettata e così resa visibile a tutti. È stata una bella idea, perché le immagini di Giotto sono tra le poche che reggono ad esperimenti come questi, proprio grazie ad un ordine che garantisce dalla caduta in confusione visiva. Ma è stata una bella idea perché in un Natale come questo, costellato di divieti, è come se la Natività si affacciasse sul mondo, in tutta la sua semplicità e commozione.