Ho visto le tre mostre inaugurate in queste settimane, e liberamente esterno tutte le mie perplessità
Chagall, artista che ammetto di non amare. Una mostra un po’ all’ammasso, che certo non giova ad un artista che ha momenti di grandezza, che sbucano nel percorso contrassegnato da una bulimia produttiva, con ripetitività di motivi e di soluzioni. Ovviamente non c’è stato il coraggio di tentare una chiave d’approccio come esito di un percorso di esplorazione nuova, per il semplice motivo che queste mostre nascono escludendo a priori percorsi di questo tipo. Non si è tentata neanche una chiave tematica, ad esempio sul filone degli incroci religiosi che segnano Chagall e che forse oggi avrebbe avuto motivi di attualità.
Sulla scelte delle opere ho perso il conto di quante provengano da collezioni private. Pezzi in gran parte di modesta importanza, che dovrebbero dare un po’ di lustro ai salotti di collezionisti di medio livello. Ma c’era bisogno di riempire i muri, e in questo modo si sono fatti contenti tutti.
Segantini. Il livello è decisamente un altro, anche se non è mostra che aggiunga molto a quel che si conosce di lui. Quello che invece sconcerta è la scelta dell’allestimento, con un marrone scuro steso su tutti i muri, e una grafica pesante e invasiva per tutti i pannelli didattici. Oltretutto la mostra è al piano terra di Palazzo Reale, che ha locali bassi e “schiacciati”. Segantini è pittore che avrei esposto a piena luce e in piena chiarezza, guardando più ai milioni di watt degli esterni engadinesi che non alla luce fioca degli interni. Tutte scelte che purtroppo ghettizzano Segantini.
Giacometti. Quattro sale al piano terra della Galleria d’arte moderna di via Palestro. Un percorso che taglia fuori il museo (visitabile con un’aggiunta di due euro al biglietto, da 12 a 14), ed è un peccato perché così si butta un’occasione per valorizzare la Gam e si conferma l’idea di essere davanti ad un “affitto” di spazi. Quanto alla mostra, Giacometti non tradisce mai. C’è una una monumentale testa in gesso con tocchi di policromia in chiusura, che da sola vale la visita. Certo la meditazione di Giacometti sulla testa umana è uno dei grandi motivi dell’arte del 900.
PS: alla mostra manca senz’altro una sala, quella delle relazioni tra Giacometti e Milano. Ne riparlerò.
Recensioni impeccabili e condivisibili che colgono i punti deboli che spesso (sempre?) vengono a galla nelle esposizioni milanesi degli ultimi tempi. Inoltre i tre artisti esposti, pur godibilissimi senza troppi imbarazzi, non vengono proposti con un taglio critico nuovo e il fatto che in due su tre (Chagall e Segantini) siano coinvolti nell’organizzazione i pronipoti mi lascia perplesso, ma forse spiega la presenza di opere minori o minorissime che in tempi brevi saranno reimmesse sul mercato (per Segantini poi è sempre la stessa curatrice a proporre mostre su di lui da quasi trent’anni).
Francesco
13 Ott 14 at 9:02 am edit_comment_link(__('Edit', 'sandbox'), ' ', ''); ?>
Scusate ma che “taglio critico nuovo” volete dare a due artisti iper studiati negli ultimi anni? Quelle su Chagall e Segantini sono due rassegne complete e ricche di opere: 250 la prima (rappresentative di tutte le sue fasi compresa quella giovanile che è la meno conosciuta, e mai era stata fatta una mostra così grande in Italia) e un centinaio la seconda.
Avrei capito se aveste stroncato le mostre passate di Palazzo reale, molte erano davvero penose, ma queste due stavolta meritano. Invece sembra più divertente criticare ad ogni costo. E vi lamentate se ci sono poche opere, non vi va bene lo stesso quando sono tante perché non c’è il taglio originale; ma se una mostra è monografica è giusto ripercorrere l’intero percorso artistico, peraltro con uno come Segantini morto a 41 anni cosa si poteva fare? presentare solo gli anni milanesi (a mio avviso i meno interessanti)? o gli anni della maturità, già ampiamente indagati? Sugli aspetti religiosi di Chagall dimenticate di scrivere che è in corso l’altra mostra al Museo Diocesano, che è poi un modo per valorizzare un museo ingiustamente trascurato dai più, quando è uno dei più belli della città. Sull’allestimento: la luce di Segantini a mio parere vibra ancora di più con l’illuminazione soffusa, è un pittore da assaporare lentamente per cogliere tutti i vari particolari delle sue vedute di montagna.
And
13 Ott 14 at 5:26 pm edit_comment_link(__('Edit', 'sandbox'), ' ', ''); ?>
Io sono dell’idea che ogni buona mostra debba avere alle spalle un’idea e un lavoro scientifico. Non basta mettere 250 quadri per coprire questo vuoto (tanto più che 130 vengono da collezioni private, e sono in buona parte opere modeste). Lo scorso anno a Zurigo hanno fatto una mostra tutta dedicata ai primi anni di chagall: una mostra quindi con un taglio preciso, che certamente ha presupposto un approfondimento di quella stagione che resta la migliore del pittore di Vitebsk. Una mostra dal respiro internazionale, a cui anche Millano dovrebbe ambire. Invece sembra prigioniera di un provincialismo per me sconcertante.
Ammetto che la sezione del Dicesano è la più interessante. Su Segantini resto dell’idea che l’allestimento è completamente sbagliato e che Segantini avrebbe guadagnato se esposto in una logica da white cube. Bisognava rischiare uno sguardo più contemporaneo su di lui. Ma anche in questo caso pesa una fossilizzazione degli studi che si traduce in una fossilizzazione dello sguardo.
gfrangi
13 Ott 14 at 9:24 pm edit_comment_link(__('Edit', 'sandbox'), ' ', ''); ?>
Condivido pienamente le osservazioni sull’allestimento di Segantini.
Ci sarebbe da chiedersi perché si ostinano a fare mostre in quelle piccole, brutte e affollate salette del piano terreno. Sempre con luce artificiale. Chi ha avuto occasione di vedere il Trittico di Segantini a St. Moritz, illuminato dalla luce naturale, penso possa comprendere meglio quello che vuol dire Frangi.
Forse potrebbero evitare di fare tre mostre contemporaneamente (spesso, non è questo il caso, di qualità molto mediocre) e utilizzare solo il piano superiore.
MarcoJ
14 Ott 14 at 5:30 pm edit_comment_link(__('Edit', 'sandbox'), ' ', ''); ?>