A Chateau Cambresis, il paese natale di Matisse, nella regione di Calais, hanno realizzato una mostra dedicata alla modella che ha accompagnato gli ultimi 30 anni della sua vita. Si chiamava Lydia Delectorskaya, era russa, nata nel 1910, e conobbe l’artista nel 1932. A causa sua il matrimonio di Matisse con la moglie Omelie andò in crisi, anche se lei ha giurato che il rapporto tra loro era sempre stato platonico. Era bionda con la pelle chiara e Matisse la definiva una “principessa di ghiaccio”. Tra lei e il maestro c’erano 40 anni di differenza. In mostra ci sono 21 quadri e 120 disegni in cui Lydia fa da modella (ma sono ben 90 i quadri di Matisse in cui lei ha posato): la mostra si sposterà poi a Nizza dove si vedranno altri disegni ancora. Ma la cosa più soprendente esposta sono alcuni biglietti autografi che Matisse aveva dedicato a Lydia e che sono conservati al museo Puskin di Mosca. 9 maggio 1948: «La buona Lydia si dedica a tutti, non dimentica che se stessa»; dicembre 1948: «Quando L. D. si avvicina io guarisco; quando L. D. si allontana io mi ammalo. Bontà divina sarà questo che chiamano “charme” slavo che agisce. Ma è solo perché lei è buona». 5 luglio 1949: «Madame Lydia è un angelo, uno vero, ne sono certo». Per Matisse la modella è come un incanto. Il tramite che gli permette di entrare nel paradiso della sua pittura. Era successo così anche con Monique Bourgeois, arrivata da lui come infermiera e quindi modella e che poi sarebbe diventata, con sua grande sorpresa, soeur Jacques Marie (la vera artefice dell’operazione cappella di Vence). Matisse negli ultimi anni diceva che in fondo «si è condotti, non si conduce affatto». Le modelle per Matisse sono l’evidenza di questo “essere condotti” (“… un angelo, uno vero…”). Va dietro a questa bellezza che la vita gli ha messo davanti. Direi, che beve questa bellezza. Non faccio fatica a credere che il rapporto non andasse oltre come L. D. ha sostenuto. Lydia ha scritto anche due libri su Matisse nel 1986 e nel 1996: sarebbero da leggere. Qui sotto, L. D. in un ritratto del 1937. conservato a Houston.
è vero, Giuseppe. Mi convinci. La bellezza di Lydia per Matisse è angelo. E’ evidente dalla pittura che ci mostri: da tutto il quadro e da quei segni sinussoidali azzurri che, promanando da Lydia, fanno vibrare in acqua chiara il fondo alla sua sinistra, come fremito misterioso di ali di angelo a sollevare l’eterno ritorno dell’essere. Brivido che si fa luce dorata e dritta alla destra di Lydia.
Matisse non si guardava attorno confrontandosi con gli altri ma con orecchio finissimo auscultava, vecchio e bambino, le vibrazioni dell’essere.
paola marzoli
20 Mag 10 at 9:18 am edit_comment_link(__('Edit', 'sandbox'), ' ', ''); ?>
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MATISSE IMMORTALATO IN BIANCO E NERO | NO NAME
3 Mar 13 at 12:45 am edit_comment_link(__('Edit', 'sandbox'), ' ', ''); ?>