Robe da chiodi

Luca Della Robbia, vero iperrealista

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della-robbiaAlla mostra su Della Robbia in corso ad Arezzo è presente anche questa sculturina (28 x 20 cm) che proviene dal museo Filangieri di Napoli. Probabilmente si tratta di un frammento della tomba di Pietro d’Aragona, realizzata tra 1444 e 1445, per la chiesa napoletana di San Pietro Martire. Tomba, vista, descritta e ammirata dal Vasari. La testa di giovinetto era forse un medaglione decorativo ad altorilievo realizzato nel momento più alto di Luca Della Robbia, vicino come date al capolavoro di della Visistazione di Pistoia. Che cosa dire davanti a questa testa? Che sembra una cosa senza tempo. O meglio di ogni tempo. Potrebbe essere un figlio dei volti di El Fayumm, o un cugino dei sepolti vivi dalla lava di Pompei; o un fratello di quel volto che, che come racconta Plinio, Butades plasmò nell’argilla per venire incontro al desiderio della figlia innamorata («quibus pater eius inpressa argilla typum fecit et cum ceteris fictilibus induratum igni proposuit»). O, invece potrebbe essere qualcuno di assolutamente contemporaneo, con quel volto da giovane modello e quella capigliatura sportiva e soprattutto con quello sguardo venato da un inguaribile senso di spaesamento. È un capolavoro come raggelato nel biancore della ceramica invetriata di Luca. Ma insieme è un condensato impressionante di sentimenti (tristezza, angoscia sottile, timore – tremore della propria stessa bellezza, senso di un vuoto davanti). Mi viene una domanda: perché l’iperrealismo del 900 non è mai riuscito a sfiorare questi livelli? Che cosa gli è mancato? Forse proprio questa capacità di lasciarsi affascinare dall’umano. Di guardare all’umano in rapporto con l’eterno. Come diceva Vasari, Luca «faceva l’opere di terre quasi eterne».

Ultimo pensiero. Luca Della Robbia con la platealità dei suoi bianchi e azzurri sempre perfettamente ritagliati e con la replicabilità quasi seriale dei suoi modelli potrebbe essere il primo artista pop della storia. È vero che non si inventa mai niente e che quel che conta è andare più in fondo e con passo nuovo sulla strada che qualcun altro ha già senz’altro intrapreso.

Written by giuseppefrangi

Marzo 1st, 2009 at 12:44 pm

10 Responses to 'Luca Della Robbia, vero iperrealista'

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  1. Ho notato che i post su Caravaggio e, in generale, sui moderni hanno molti più commenti che quelli sui contemporanei. E anche nelle liste dei dipinti più belli del mondo l’Otto e il Novecento sono poco presenti. Sarà una questione di gusti, di competenza o di pudore… ma non sarà invece che gli artisti moderni, rispetto ai contemporanei, hanno una capacità di cercare e di indagare l’umano, di penetrare nelle pieghe dell’animo e – quindi – di parlare all’eternità che i contemporanei hanno perso? Nella ricerca del concetto, forse, si è perso l’uomo.

    Perseoc

    perseoc

    5 Mar 09 at 9:12 am

  2. Beh, io ho messo Bacon nei primi dieci. Ma forse la spiegazione alla questione che tu poini è un’altra: oggi c’è un grande desiderio di avere uno sguardo moderno sugli antichi. Di vederli con occhi nostri, di portarli al presente, nella certezza che hanno cose da dire al presente.
    Ma questo non può essere a detrimento dei grandi di oggi: guarda cosa sta facendo il “vecchio” Cy Twombly, un grande che dimostra come ci si possa alzare in volo anche nei tempi complicati come questi…

    giuseppefrangi

    5 Mar 09 at 11:14 am

  3. “oggi c’è un grande desiderio di avere uno sguardo moderno sugli antichi. Di vederli con occhi nostri, di portarli al presente, nella certezza che hanno cose da dire al presente” (cit).
    Spero di non allontanarmi dal vero se dico che nel suo blog il discorso sull’arte diventa un discorso sull’uomo e sulla sua realtà…allora mi chiedo: perché questo desiderio di antico? per quali vie sottili i moderni giungono fino a noi? ed è lo stesso occhio che guarda ai contemporanei? perchè Cy Twombly, per i più, è un artista “di nicchia” e Caravaggio un vecchio amico di famiglia?
    Mi chiedo se la categoria longhiana di “pittori della realtà” non sia diventata rassicurante: guardare alla natura di Caravaggio e pensare di guardare alla Realtà forse consente di isolare il dramma della vita (che si fa avvenimento nel dipinto) e nel contempo di distanziarsene. Forse è più doloroso osservare le rose contemporanee che, impazzite di colore, si disfano sui muri di una galleria londinese…

    Perseoc

    perseoc

    5 Mar 09 at 12:08 pm

  4. perchè Cy Twombly, per i più, è un artista “di nicchia” e Caravaggio un vecchio amico di famiglia?

    Credo che sia anche colpa o merito (non saprei scegliere sul termine adatto) della troppa pubblicità,del business e dello stereotipo che circonda l’arte contemporanea: <>

    La moda di Caravaggio è “spuntata fuori” con il romanticismo e da quel momento non è mai più scemata.
    Tuttavi,Caravaggio ha dei meriti,molto più di quelli che ricevette,e riceve tutt’ora,il sopravvalutato Leonardo.

    Basti confrontare una mostra di Piero con una del Da Vinci,per rendersi conto di quanto male abbia fatto la pubblicità e la volontà di fare soldi.

    Lo stesso subiscono i contemporanei oggi.

    OTILLAF

    5 Mar 09 at 7:19 pm

  5. lo stereotipo è: “eh????Ma questo lo so fare anch’io”

    OTILLAF

    5 Mar 09 at 7:20 pm

  6. È vero, è diventata una categoria rassicurante perché esclude il fattore di novità che la realtà, per antonomasia, porta con sé. La realtà ha sempre qualcosa di inaudito, di imprevisto, altrimenti è uno stereotipo. Le rose di Cy Twombly, in fondo, hanno addosso questo. Mai viste delle rose così. Sono rose inaudite, proprio “impazite di colore”. Eppure quante milioni ne abbiamo viste?

    giuseppefrangi

    5 Mar 09 at 8:27 pm

  7. A proposito di contemporanei,qualcuno mi può dire se vale veramente la pena andare a Palazzo Reale a veder Magritte?

    Perchè Palazzo Reale è famoso per organizzare mostre anonime,prive di ogni significato e contenuto.
    Fosse economico.

    OTILLAF

    5 Mar 09 at 8:32 pm

  8. Si può anche fare a meno di questa mostra…

    giuseppefrangi

    6 Mar 09 at 10:26 am

  9. 🙁

    OTILLAF

    6 Mar 09 at 1:15 pm

  10. […] Luca Della Robbia, vero iperrealista at Robe da chiodi […]

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