Robe da chiodi

A proposito della Magnifica Ossessione

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Giovanni Anselmo, Entrare nell'opera, 1971

Giovanni Anselmo, Entrare nell’opera, 1971

Dopo Antonello, visita alla Magnifica Ossessione, ultimo piano, allestimento congegnato dalla Cristiana Collu, direttrice del Mart, per familiarizzare con il grande patrimonio della collezione (un km di cammino nelle sale, 2750 oggetti esposti recita il sito.) Consiglio a tutti la visita, prima che l’allestimento venga smantellato (16 febbraio): è una vera lezione di come si possa scuotere un museo senza prevaricarlo. Le sale sono organizzate ad accorpamenti, che sono tematici o anche più sofisticati. Non ci sono didascalie (una guida serve per orientamento), non ci sono gerarchie. Ma fa impressione come questi accorpamenti risuscitino l’energia di tante opere che in allestimenti tradizionali percepivi un po’ inerti, un po’ addormentate. Per rendere l’idea: la sala dedicata agli artisti di sinistra è concepita con due pareti dove si fronteggiano da una parte i “guttusiani” e dall’altra gli astrattisti alla Vedova. Tutti disposti a massa, come si trattasse davvero di due fronti che si sfidano a ranghi compatti. L’impressione visiva vale più di una lezione di storia. La grande sala affollata dall’architettura degli Anni 30, con modellini, disegni e foto di architettura parla da sola di una stagione quanto mai forte del nostro paese. Ci si lustra gli occhi a vedere quante meraviglie, pensate in modo molto funzionale, abbianmo costellato quel decennio. Un’appendice è la sala per la villa di Curzo Malaparte a Capri. Sullo schermo scorrono le immagini del film di Godard con la Bardot (Le Mepris, 1963) girato nella villa. Di fronte le foto di Basilico; la grande parete centrale invece è tappezzata dalle immagini di Mimmo Jodice su Capri. Non si uscirebbe mai da quell’acqua…
Si chiude con un quadro stupendo di Giovanni Anselmo, “Entrare nell’opera”: un autoscatto del 1971, di 3metri per 5: mi sembra la metafora della Magnifica Ossessione.

Written by gfrangi

Dicembre 15th, 2013 at 10:19 am

4 Responses to 'A proposito della Magnifica Ossessione'

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  1. Ho cliccato sul link dell’articolo, e ho scoperto anche una pagina web veramente ben fatta: semplice nella navigazione e ricca di contenuti (e una “Politica fotografica” da incorniciare).

    Renato

    16 Dic 13 at 7:29 am

  2. Non lo so… a me questo accorpamento da magazzino mi è sembrato avere come effetto una poco valorizzazione delle singole opere. 4 Morandi messi in un angolo in alto, un paio di Fontana mimetizzati, un quadro di Piero Manzoni semi-nascosto, 3 Kiefer buttati su una parete eccetera. Il librettino fatto col c…lo che sembrava uno speciale della Settimana enigmistica. Poi, certo alcune sale bellissime, quella del paesaggio con le foto di Basilico che giustamente citi, quella sull’architettura degli anni ’30, quella finale su Depero, quella coi quadri montati al contrario… certo però che trovarsi in un posto con una tale quantità di capolavori fa superare ogni critica…

    Biagio

    29 Dic 13 at 10:46 pm

  3. In effetti è così. È uno sguardo diverso che sacrifica le individualità per far emergere racconti più complessivi e trasversali. A volte riesce a volte no, ma il tentativo è molto interssante e vitale: in quanto comporta dei rischi e un approccio dichiaratamente non rispettoso dei valori. Ma a volte questo assemblaggio conferisce alle opere un’energia che avevano perduta…

    gfrangi

    3 Gen 14 at 3:34 pm

  4. concordo: magnifico il confronto fra il realismo di Guttuso e l’informale di Vedova… sguardi complessivi e trasversali che fanno capire e apprendere molto meglio di un manuale di storia dell’arte… danno energia nuova, palpitante nelle sale e in chi è capace di osservare…

    av

    15 Gen 14 at 7:59 pm

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