Robe da chiodi

Appunti di viaggio, Norimberga – Copenhagen. Da Dürer a Matisse

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Viaggio Germania- Copenhagen, primi appunti.
Martedì, Norimberga. Mostra sul Giovane Dürer. Molto bella, completa: si vede che è una mostra preparata con un percorso di avvicinamento importante, testimoniato dal catalogo. Peccato l’allestimento, a tratti imbarazzante di bruttezza. Del resto la sede del museo è davvero orribile dal punto di vista architettonico. Emerge l’immagine di un grande preso da una creatività febbrile e organizzato secondo un modello imprenditoriale che va ben oltre il suo tempo. Meravigliosi i paesaggi del primo viaggio italiano. Meravigliosi i disegni. Assrbe Venezia, ma resta sempre dentro un orizzonte di sperimentalismo e di irrequietezza (e nei quadri sacri anche di franosità) che ha il sapore di eterno gotico.

Mercoledì- giovedì, Kassel Documenta e Gemäldegalerie.
Documenta è una Biennale più ordinata e più ragionata. Ogni artista ha spazi ben definiti, senza terreni comuni come avviene a Venezia. Del resto capita ogni 5 anni e c’è tempo per metterla a punto… Impressionante la quantità di persone in ogni sede (sono una decina per tutta la città). Non c’è titolo ma c’è come una domanda sottostante: che ci sta a fare l’arista oggi nel mondo? Che responsabilità ha rispetto alla storia? Domina ovviamente un certo ben pensare in chiave ecologista, ma ci sono tante sorprese, con ripescaggi anche di tanti “geni degli anonimi”. In generale un’esperienza affascinante. Da metabolizzare con calma, anche con l’aiuto della Guida, molto ben fatta, graficamente di una razionalità tutta tedesca.
Quasi deserto invece alla Gemäldegalerie, nello spettrale Schloss che domina la città. Eppure la sala di Rembrandt è degna dei più grandi musei del mondo (con il capolavoro di vecchiaia di Giacobbe che benedice i figli di Giuseppe). Ma anche un Rubens stupendo, con il Figliol prodigo convocato tra i grandi santi ad adorare la Madonna con il Bambino. E poi la sorpresa della Crocifissione di Altdorfer.

Venerdì. Amburgo. Città stupenda, poco tedesca nel suo caos (terrificante il traffico). Una Rotterdam in grande scala. Il museo invece è un po’ depresso, grande e ordinato, ma con poche punte. Bella la sala di Beckman, un grande Kirchner nel salone degli espressionisti, un Max Ernst giallo e rosso che sembra anticipare Rotkho. Poi bellissimi Courbet, e il solito folgorante Rembrandt: questo è un quadro giovanile, Gesù presentato al tempio, com un Simeone che lo tiene disinvoltamente tra le braccia mentre dialoga fitto con Maria.

Sabato, Copenhagen. Città giovane, tutta sottosopra per grandi lavori in corso, in certe zone mangiata dai turisti. Non allo Staten Museum, uno dei più bei musei che mi sia capitato di vedere. Allestimenti eleganti, pausati; una disposizione che cerca di calamitare un pubblico non specialista. Ma soprattutto un gigantesco Mantegna (Cristo sul sepolcro con due Angeli): una capolavoro da vertigini. Sue grandi ritratti di Tiziano, uno non fa meno di El Greco (ritratto di Palladio, 1570). E un abate premostratense di Rubens, in preghiera su uno sfolgorante sfondo rosso. Meravigliosa la sala Matisse, con i due capolavori del 1906 che si fronteggiano: il ritratto della moglie (con il “raggio” verde sul naso, un gioiello di sapore post bizantino) e l’autoritratto in t-shirt: immagine di un uomo che si appresta a scaraventarsi con tutta la sua energia positiva sul secolo che si apre. Un’immagine chiave per capire in modo non scontato il 900.
Al piano terra, la mostra su Matisse seriale proveniente dal Pompidou. Una delle più emozionanti viste negli ultimi anni. Ne riparlerò.

Written by gfrangi

Agosto 12th, 2012 at 5:01 am

4 Responses to 'Appunti di viaggio, Norimberga – Copenhagen. Da Dürer a Matisse'

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  1. “Amburgo. Città stupenda, poco tedesca nel suo caos (terrificante il traffico). Una Rotterdam in grande scala”.
    …Rotterdam mi è sembrata estesissima! una città tirata da una parte all’altra, isolati e strade enormi! chissà cosa non deve essere Amburgo! È un po’ che mi incuriosisce…

    LaFrancese

    12 Ago 12 at 7:40 pm

  2. Il senso di grandezza di Rotterdam è dato dal porto. Il porto lì è tutto. Ad Amburgo ci sono come due città, quella sul porto e quella “normale”‘, molto vissuta e caotica. Comunque due stupende città

    gfrangi

    13 Ago 12 at 6:21 am

  3. Leggo quelle che scrive e, come al solito, mi affiorano mille commenti- la storia dell’arte libera la testa. Però, in mezzo a quelli pertinenti, uno apparentemente non proprio a tema fa capolino e si afferma, purtroppo, con forza: io quest’anno non posso muovermi, per motivi economici (non mi vergogno a scriverlo). Per qualche tempo sarà così. La prego di non fraintendermi: non è invidia, e ovviamente non è una critica. Però davvero per me per qualche tempo anche Venezia o Roma saranno mete un po’ troppo lontane. O comunque da far quadrare – con una certa oculatezza – nel mio bilancio. Perdoni, temo di risultare sgradevole o fuori luogo. Però mi rendo conto solo ora che, in tempo di crisi, ciò che “libera la testa” rischia di diventare un lusso. Spero che non avvenga davvero. Credo che perderemmo tutti troppo.

    perseoc

    16 Ago 12 at 9:30 am

  4. La capisco e capisco che il problema che lei pone è terribilmente serio. E mi spiace averele suscitato con il mio post un pensiero di questo tipo. Io stesso in condizioni ben più fortunate delle sue, per vedere quello che volevo vedere, ho cercato di stringere al massimo i tempi, facendo tutto in auto, con moglie al fianco. Purtroppo si avverte che quello che ci è arrivato addosso è qualcosa di molto più pesante e che incide profondamente sulla vita di ciascuno. Quanto alla storia dell’arte ha due condizioni facilitanti fondamentali: in Italia ce l’abbiamo spesso sotto casa, e libri e internet sono preziosi per vedere e per conoscere. Proprio ieri sul sito della National Gallery di Londra ho passato mezz’ora a setacciare il Battesimo di Piero in alta definizione, cm per cm. Una meraviglia assoluta e sempre molto liberante. Vada a vedere l’azzurro di quel cielo…

    gfrangi

    16 Ago 12 at 5:33 pm

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