Robe da chiodi

Horror a Palazzo Venezia

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Quando l’amico Alessandro Morandotti mi ha segnalato questa mostra non volevo crederci. Palazzo Venezia a Roma dato per una mostra, che da quanto si deduce dalla presentazione sembra anche di grandi dimensioni, a Moreno Bondi “pittore neo caravaggesco” (!). Sono andato a vedere il suo sito: ognuno è libero di fare quello che vuole nella vita, anche di fare cose raccappriccianti. Il problema è quando queste cose raccapriccianti trovano dietro di sé schierate le falangi del ministero dei Beni Culturali dal direttore generale Mario Resca in giù. Il comunicato stampa le mette in fila (capofila, ovviamente una galleria privata). Ovviamente vi risparmio le immagini…

«Per presentare le imponenti opere del pittore neocaravaggesco Moreno Bondi, la Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico Artistico ed Etnoantropologico e per il Polo Museale della Città di Roma, diretta da Rossella Vodret, accoglie a Palazzo Venezia di Roma, nell’Antico Refettorio Quattrocentesco, la mostra: “Moreno Biondi. La luce e l’ombra di Carvaggio nel contemporaneo” (dal 21 marzo al 25 aprile 2012), promossa dalle Gallerie d’Arte Benucci.
L’evento è organizzato dall’Associazione Culturale Christian Hess, con il Patrocinio di: Ministero per i Beni e le Attività Culturali, Presidenza del Consiglio Regionale del Lazio; Provincia di Roma; Roma Capitale, Assessorato alle Politiche Culturali e Centro Storico; Comune di Carrara.
Alla Conferenza Stampa interverranno: il Direttore Generale per la Valorizzazione del patrimonio culturale del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, Mario Resca; il Soprintendente Speciale per il Polo Museale della città di Roma, Rossella, Vodret; il Senatore Sandro Bondi, lo storico dell’arte, Bert Treffers; l’autore, Moreno Bondi, con il coordinamento del Presidente dell’Associazione Culturale Christian Hess, Giuseppe Maria Ardizzone.
L’inaugurazione il 21 marzo alle ore 18.00 averrà alla presenza del Direttore Generale della Valorizzazione del Patrimonio Culturale del Mibac Mario Resca e del Professor Vittorio Sgarbi».

Written by gfrangi

Marzo 30th, 2012 at 2:57 pm

5 Responses to 'Horror a Palazzo Venezia'

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  1. “Horror” è la parola più appropriata. Non so se mi spiace più per Caravaggio, per Palazzo Venezia, per il Mibac … boh!

    cristina

    30 Mar 12 at 4:05 pm

  2. ognuno ha il suo destino, si vede che un certo numero di persone crede in questo artista e lo hanno portato a palazzo venezia e alla biennale, ho visto il sito pomposo e a me non comunica un granché. Comunque casi come questo non sono rari, l’arte appartiene al mondo delle idee e sull’arte esistono idee molto contrastanti.
    Ad ogni modo viva l’arte!

    mauro

    31 Mar 12 at 7:45 am

  3. non saprei se sia più opportuno arrabbiarsi o amareggiarsi, specie constatando che è vero, come dice Mauro, che sono eventi assai frequenti (anche il Castello Sforzesco ne è stato toccato, pochi anni fa, ma se non altro senza una partecipazione di istituzioni così imponente). Ma la cosa che rammarica di più è che lo spazio dato a questi loschi personaggi è spazio tolto a persone che invece per una vita e con onestà hanno condotto una ricerca artistica di valore, e che si avviano al crepuscolo senza intravedere l’ombra di un omaggio, di un’antologica, di una pur minima ricostruzione di carriera: lo spazio e la pompa magna data a certi orrori è doppiamente grave perchè inquina l’ambiente, offende la buona immagine della categoria (sia degli artisti, sia degli storici dell’arte), e oscura chi invece meriterebbe più attenzione, e con minore retorica.

    Luca

    31 Mar 12 at 11:58 am

  4. ma chissenefrega! Pensiamo a Maurizio Cattelan che ha deciso di non fare più l’artista, queste le sue parole: “Sono il primo ad essere rimasto sorpreso e come paralizzato, in genere quando finisco un lavoro lo guardo di traverso e non ci penso più. A New York ci ho messo tre giorni per rendermi conto di quello che avevo davanti. È come se avessi speso venti anni per decostruirmi e poi, magicamente, ho potuto ricostruire il mio io. Quella mostra è stata un momento d’unità tra le cose che avevo fatto, una risposta ad una necessità interiore che ho potuto realizzare con un gesto pubblico. In questo percorso il “pensionamento” finale ci sta perfettamente perché, come accade al termine dell’analisi, ho sentito che non c’era più bisogno di alcun tipo di aiuto”. Grandioso! Lui sì che è o è stato un artista!

    mauro

    2 Apr 12 at 1:42 pm

  5. Ma non e’mica morto

    Emanuele

    4 Apr 12 at 6:41 pm

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