Robe da chiodi

Il cinema di Wenders e il teatro dei De Donati

2 comments


Pomeriggio in fuga tra Lugano e Como. A Lugano a villa Ciani ci sono le fotografie di Wim Wenders e di sua moglie Donata. Già l’idea del sodalizio mi piace. I loro sguardi non s’accavallano mai ma sono complementari. Lei fotografa il backstage (bella la serie con Antonioni, da sballo una foto di Milla Jovovic sul set di One million dollar hotel), lui invece blocca con le foto sequenze che vorrebbe non terminassero mai. C’è una stanza bellissima di foto retroilluminate, con i colori che accendendosi disfano le forme. I formati di Wenders sono ovviamente sempre quelli orizzontali del grande schermo: la serie di Buena Vista Social Club è incornicata in modo molto intelligente con dei grandi passepartout che si sviluppano tutti in verticale, aprendo in alto la finestra orizzontale dell’immagine. La fotografia magnifica che si vede qui sopra fa parte di quella serie: capisco che Wenders desiderasse che quella sequenza non passasse mai. C’è il senso del viaggio libero, c’è quello della storia; c’è la bellezza potente del mare, una bellezza strabordante ma amica. Soprattutto c’è un senso a quell’andare: si va sicuri verso una meta certa e desiderata.


Poi Como. A San Giacomo esposto il Compianto di Caspeno di Covio, in Valtellina. Un gruppo dei fratelli De Donati, di inizio 500, restaurato e rimontato in modo diverso rispetto a prima del restauro. Il colpo d’occhio all’ingresso della chiesa è bellissimo e commovente. Il Compianto è posto in fondo all’abside e i colori sembrano balzar fuori dal fondo grigio-pietra di quei muri di memoria romanica. Il gruppo ha punti belli (le donne in particolare) e altri un po’ più stereotipati. Ma è l’insieme che cattura. Vedendo tanta gente entrare in chiesa e farsi avanti sin quasi a toccare il Compianto, mi veniva in mente come a volte le immagini facciano visibilmente breccia nell’umano delle persone e lascino dentro un segno più profondo di mille ragionamenti. Per questo la chiesa ci ha puntato tanto nei secoli passati. Una scelta di cui godiamo i benefici ancor oggi… Secondo pensiero: è bello che si sia proceduto al restauro (grazie a una banca attenta al territorio come il Credito Valtellinese), è ancora più bello che si sia pensata un’occasione così immediata e semplice per mettere il Compianto davanti agli occhi del grande pubblico. Potete vederlo sino al 17 luglio. Poi torna a Caspeno.

Written by gfrangi

Luglio 2nd, 2011 at 9:08 pm

2 Responses to 'Il cinema di Wenders e il teatro dei De Donati'

Subscribe to comments with RSS or TrackBack to 'Il cinema di Wenders e il teatro dei De Donati'.

  1. Viva le fughe del sabato. Ora però che il Cristo torni al suo posto tra le braccia delle Marie: come a Varallo la ricomposizione delle statue (concepite in modo da stringersi intorno al corpo di Gesù) ne guadagneranno moltissimo.

    Ombra

    3 Lug 11 at 10:03 am

  2. Hai ragione, così la poszione di Cristo è del tutto fuori luogo, con la Maddalena che fa la pedicure…. Devo dire prrò che le Marie a mani libere sono bellisime nel loro gesto, mentre il montaggio giusto delle statue finisce con lo schiacciare molto le figure una contro l’altra. Comunque mi auguro venga riportato tutto alla posizione originaria.

    gfrangi

    4 Lug 11 at 6:48 am

Leave a Reply